Villa d'Angri, 22 Aprile 1882
"Signor Duca,avrete già ricevuto ieri le linee di ringraziamento che mi fo un piacere e un dovere di rivolgervi, se non mi fossi sentito obbligato, dalla fiducia di cui mi onorate, ad aggiungervi l'espressione di un pensiero serio sul senso o la portata che potrebbero avere, per l'arte drammatica italiana, gli studi musicali al Conservatorio di Napoli. Questo pensiero è sorto in me durante l'audizione dell'operetta, ove ho visto manifestare notevoli facoltà, tanto per parte degli allievi che del giovane compositore.
Quale sarebbe, mi chiedevo allora, la direzione da dare a disposizioni così notorie? Come prevenire la loro alterazione a contatto della della maniera tetrale di oggi? Come impedire, per esempio, che i cantanti corrano sul palcoscenico a declamare i loro sentimenti al pubblico? Come fare perché un giovane compositore tenga conto del soggetto e non applichi effetti di opera eroici e tragici in un idillio? Come evitare soprattutto questa ricerca dell'effetto con l'aiuto dei mezzi più estranei alla grande arte scenica? Come, infine, inculcare il sentimento del bello a quelle giovani nature così riccamente dotate? Ho cercato la risposta a queste domande, sollevate dalla simpatia che mi ispirarono tutti coloro che partecipavano all'esecuzione, e posso dire di meditarla da che ho lasciato il bel recinto ove ho trovato un'accoglienza tanto ospitale e lusinghiera.
Uno studio serio, approfondito e costante di un'opera di Mozart, come Le Nozze di Figaro, sarebbe solo, a parer mio, capace di porre gli allievi del canto e della composizione drammatica nella via che voi fate seguir loro nella musica vocale. Una declamazione corretta, una enunciazione pura della melodia, una conoscenza esatta dei mezzi della strumentazione e della opportunità della loro rispettiva applicazione, risulterebbero naturalmente da questo studio; e se, un giorno, il Conservatorio desse una buona rappresentazione del capolavoro da me citato, non solamente sarebbe superiore agli altri, ma avrebbe ancora soddisfatto alla sua missione, che consite nel premunire gli allievi contro la decadenza imperante, presentando loro i grandi esempi, rendendoli cooperatori dei grandi maestri con la viva interpretazione delle loro creazioni. (...)
E' veramente degno del Conservatorio di Napoli di dare l'esempio di una stretta osservanza, e di presentare al pubblico italiano, mediante i suoi allievi, non quello che è abituato a trovare a teatro, ma precisamente ciò che non vi trova più: lo stile! (...)"
Richard Wagner |
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