domenica 5 dicembre 2010

Gli accordi del Metramo


Una testimonianza da un nostro amico:
 «Carissimi amici musicisti,
vorrei mettervi a parte di un'esperienza che ho recentemente vissuto in una mattina d'autunno, tra le montagne aspromontane del nostro entroterra. Premetto che chi vi scrive non è un professionista della musica, e non possiede una conoscenza musicale tecnicamente approfondita, ma apprezza la chitarra ed è sensibile alla cultura classica, in particolare rinascimentale, grazie ad alcuni studi personali sulla musica corale sacra per passione, fede e diletto.
Mi trovavo nei pressi del Metramo, affluente del fiume Mesima, che, dal monte Crocco nasce a mille m di altitudine e, attraversando le province di Vibo e Reggio Calabria, sfocia tra Rosarno e S. Ferdinando. Era una mattina presto, e non ero ancora pienamente sveglio, stavo recandomi infatti al più vicino bar per consumare il solito caffè. Stavo attraversando un ponticello, proprio sopra il nostro affluente, che scendeva copioso, rinforzato nei giorni, precedenti, dalle piogge torrenziali. Ad un tratto mi sono fermato all'apice del pontile, poché stavo udendo dei suoni che mi erano familiari, ma nello stesso tempo nuovi: la quantità delle acque e i diversi scalini artificiali del letto del fiume stavano infatti componendo un meraviglioso accordo. Ho avvertito, senza ombra di dubbio, una musica naturale da quel corso d'acqua, che, come un'orchestra, stava diffondendo meravigliosamente una sinfonia nell'etere. Fin qui niente di nuovo, si potrebbe pensare. Ma permettetemi di indicarvi alcune caratteristiche di questa musica:
(1) L'accordo era fisso, cioè intonato perfettamente a quello che mi sembrava un La maggiore. Distinguevo la sua struttura portante nella triade La-Do#-Mi, così come l'avverto nitidamente sullo strumento della chitarra.
(2) Nello stesso tempo, l'accordo era mutabile, cioè riusciva a diffondere altre e diverse note, come se fosse un infinito arcobaleno cromatico in ascesa e discesa.
(3) L'accordo mostrava un portamento e un carattere tonale in grado di costruire tutte le melodie possibili, pur non esprimendone in realtà nessuna ben precisa.
(4) Nella sua stabile intonazione, riusciva a ruotare tutti gli armonici conosciuti, e ne creava di nuovi, sconosciuti e merevigliosamente eccelsi e sapienti.

Louis-Ferdinand Céline, "Viaggio al termine della notte". L'Ulysses dei disgraziati

“Viaggio al termine della notte” non si risparmia niente: un grido d’angoscia costante dal primo all’ultimo rigo, ma senza un briciolo...