La simmetria è
probabilmente il mezzo più significativo per l’unità di questo brano. Il primo
movimento, quasi del tutto eseguito dagli archi, ha una struttura perfetta
nella sua concezione simmetrica. Si tratta di una fuga con il seguente
soggetto:
Es. 1. Il soggetto della fuga,
S, I movimento
Il soggetto (S)
ha un contorno ascendente-discendente. Inizia dal la, ha il climax sul mib e sul secondo tempo del 12/8 e nella
prima misura dell’8/8, e quindi ritorna a la.
Il climax è definito dal contorno,
dai caratteri ritmico-metrici, e dall’altezza.
Es. 2. Movimento generale del
soggetto della fuga
Un esame del
contenuto delle altezze del soggetto mostra tutti i semitoni da la fino a mi.
Es.3.
Contenuto delle altezze del soggetto della fuga
Ognuna
delle quattro frasi del soggetto è compresa in un ambito completo di semitoni,
come traslazione automorfica dell’es.3
Es.4.
Il contenuto intervallare delle 4 frasi del soggetto
La
fuga presenta una forma ad arco con un unico centro tonale[1]
basato sul la. Il soggetto entra in
voci successive attraverso il circolo delle quinte, riflesse totalmente attorno
questo la; la 1ª entrata è su la3, la 2ª una quinta sopra
su mi4, la 3ª una quinta
sotto su re3, la 4ª sul si superiore, la 5ª sul sol inferiore, e così via.
L’esposizione
a 5 voci termina alla battuta 21, ma il soggetto continua le sue entrate
attraverso il circolo delle quinte in direzioni opposte, utilizzando un canone
a 2 voci (b.26) e uno stretto (b.34). Alla b.45 inizia una drammatica
escursione verso l’alto di violoncelli e contrabbassi, che alla b.52 si
uniscono alle voci superiori. Questo segnala l’inizio del cammino verso il
climax, accompagnato da piatti, timpani e cassa (la cui unica entrata in questo
movimento inizia dalla b.34 al climax). Dall’inizio, l’aggiunta di ogni
strumento si inserisce in un quadro generale di crescendo graduale. Sugli archi
si usano le sordine fino alla b.34, non appena entrano le percussioni. I moduli
di ingresso del soggetto continuano attraverso il circolo delle quinte, finché,
alla b.56, viene raggiunto il climax del movimento, sul mib, strutturalmente la tonalità più lontana: la distanza da la è un tritono, quindi possiamo parlare
di polo tritonale.[2]
In tal modo, l’intero andamento tonale del movimento riecheggia la struttura
del soggetto (si può parlare di struttura a
frattali).
Dopo
la b.56, il modello viene rotato di 180°, e perciò il soggetto compare solo in
forma riflessa, ossia nella sua inversione, mai apparsa prima. Prima del
climax, infatti, il soggetto appare solo in imitazione diretta; in seguito, la
sua inversione viene utilizzata in imitazione attraverso l’inversione
retrogradata del modello originale, tornando indietro attraverso il circolo delle
quinte, e convergendo nuovamente sul la
alla b.78. Questo stretto per inverso del retrogrado è una sorta di
‘cancrizzazione’ della prime 55 misure.
Dopo il climax,
gli strumenti si riducono rapidamente, e quindi la texture e la dinamica calano di densità. Alla b.78, quando si
ritorna sul la, viene esposta la
versione originale del soggetto, suonata simultaneamente con la sua inversione
per moto contrario. E’ l’unico punto in cui soggetto e sua inversione si
ascoltano contemporaneamente (S+Si
nel diagramma dell’es. precedente). In questa battuta entra la celesta con
rapide figurazioni arpeggiate che in qualche modo ‘galleggiano’ tra S e Si. Le due forme complentari iniziano insieme sul la, raggiungono il climax sul mib e finiscono insieme di nuovo sul la, mentre il tutto viene accompagnato
da un pedale sul mib, che riflette
anche in questo caso la struttura sia del soggetto che dell’interno movimento.
Es.5.78-79.
A completamento del ciclo, il soggetto risuona insieme alla sua inversione.
Tutto
ciò sembra decisamente un gesto programmatico, attraverso il quale Bartok
simbolizza la dualità universale della natura: maschio-femmina,
positivo-negativo, cielo-terra ecc.
Dopo
questa sorta di unione magica, ha inizio la sezione finale alla b.82, con
frammenti del soggetto esposti in stretto insieme alle sue inversioni, sempre
basandosi su la come perno. Gli eventi mostrati
orizzontalmente nel grafico dell’es.5 rappresentano la loro realizzazione
temporale, come mostrato dai segni di tempo posti in basso. Le ‘X’ indicano
l’ordine delle entrate del soggetto relativamente al la. Prima della b.34, le affermazioni del soggetto sono sempre
complete, mentre in seguito il soggetto può anche essere rappresentato solo da
una qualsiasi delle quattro parti in cui si suddivide.
Le
due assi principali sono tonali (la),
e temporali (b. 56, climax). La simmetria viene dimostrata rotando l’intera
sequenza di ordine delle entrate di 180°, in effetti un’inversione
retrogradata.
Il
crescendo/decrescendo dinamico e testurale può anche essere riflesso attorno
alla b.56. In entrambi i casi, comunque, se volessimo mostrare sia la simmetria
delle durate che quella delle altezze sarebbe necessario effettuare un auto
morfismo parziale, operando sulle dimensioni temporali da una parte del climax.
Es.6. Operazioni di simmetria.
La
frammentazione del soggetto in frasi rappresentative aiuta la contrazione nelle
durate dopo il climax. Le entrate sul sol#
(enarmonico di lab), sib e fa dopo la b.56 sono sottolineate per mezzo di scivolamenti tonali,
pause insolite e armonie statiche che le precedono. La sequenza ideale non è
pienamente realizzata, in quanto manca un’entrata sul do# dopo il climax, e quella sul fa viene sostituita da un pedale alle b.61-64. Questo dimostra come
le operazioni di simmetria debbano sempre essere accolte con la flessibilità
che è propria della natura, la quale esula da situazioni ‘esatte’ nel senso di
esperimenti di laboratorio, per aprirsi ad un piano più vasto (frattale di
livello superiore).
La
proprietà riflessiva dell’inversione del soggetto viene trattata come struttura
costruttiva nella sua applicazione a vari livelli della composizione. Anzitutto
possiamo notare come l’inversione del soggetto non venga presentata fino a dopo
il climax, che è l’asse primario. Dopo questo punto, la forma primaria del
soggetto è assente finché il ciclo tonale viene completato a b.78. La b.56 può
anche essere considerata il confine di una metamorfosi, simile a quella del
piano di una lente attraverso cui tutto ciò che sta al di sopra viene riflesso
di sotto. Questo interessante processo di metamorfosi inizia alla b.34 con il
soggetto che viene frammentato, mentre a partire dalla b.38 la forma del
soggetto inizia ad essere distorta attraverso l’espansione intervallare. Dalla
b.45 inizia una curiosa torsione del soggetto: una specie di ‘centrifuga’
attraverso i frammenti del soggetto fa sfuocare la sua identità, finché, giunti
al climax, il risultato appare messo a fuoco esattamente come la sua
inversione, sebbene non in forma completa.
Lo
stretto che inizia a b.65 suggerisce la prossima sintesi, e, con l’entrata sul sol prima di b.69, possiamo finalmente
ascoltare l’inversione completa, seguita da un canone a 73-77, che richiama
quello precedente.
Il
movimento si conclude con uno stretto della frase x, con la sua inversione e un’affermazione finale di y. Quest’ultima è significativa, in
quanto si tratta dell’ultima affermazione del soggetto, che viene qui combinata
simultaneamente con la sua inversione, e disposta simmetricamente intorno al la, con il climax sul mib.
[1]
Qui e altrove ‘tonale’ non è da intendersi nel senso della tonalità accordale,
ma in quello di altezza relativa di riferimento. La tecnica è non-tonale, ossia
cromatica.
[2] Cfr. Erno Lendvai, La Sezione Aurea nelle strutture musicali bartokiane, Nuova Rivista
Musicale Italiana, 1982/2-3.
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