Conservatorio di Musica “F. Cilea” - Alta formazione artistica e musicale
EKTHESIS - Collana di analisi musicale
1. La tradizione tedesca nel bicentenario di Haydn e Mendelssohn, Atti del II Convegno di Analisi musicale, a cura di Andrea F. Calabrese, Laruffa Editore, Reggio Calabria, 2011
Nel volume, sono presenti i seguenti contributi:
Francesco Idotta
Un dio è l’uomo quando sogna, un mendicante quando riflette
Francesco Romano
I ritmi fondamentali di Händel e la teoria di Kirnberger
Andrea F. Calabrese
Le dinamiche dell’Io musicale in Haydn
Santi Calabrò
La Sonata op. 106 di Mendelssohn e il modello beethoveniano:
analogie della forma e antitesi della struttura
Mario G. Scappucci
Le tentazioni di S. Antonio – Riflessioni intorno all’op. 56 di J. Brahms
Domenico Giannetta
Coerenza strutturale ed elaborazione motivica nel repertorio sinfonico tedesco
da Haydn a Brahms
Francesco Romano
Analisi e umana esperienza – Armonia, tempo e durata
Mario G. Scappucci
Tra musicus e cantor
Domenico Giannetta
Fra modalità e tonalità nelle epoche di transizione
Andrea F. Calabrese
Alcune simmetrie in Gesualdo
Dall' Introduzione
Dall' Introduzione
L’appuntamento annuale con il Convegno di Analisi musicale organizzato dal Conservatorio “Cilea”, mentre scriviamo, è giunto alla III edizione, e già si sta provvedendo a programmare la IV.
Iniziato quasi in sordina e come work in progress, questo evento periodico ha pian piano trovato la sua dimensione, coagulando intorno a sé un nucleo di studiosi e studenti che manifestano interesse verso le tematiche analitico-compositive.
Iniziato quasi in sordina e come work in progress, questo evento periodico ha pian piano trovato la sua dimensione, coagulando intorno a sé un nucleo di studiosi e studenti che manifestano interesse verso le tematiche analitico-compositive.
Il II Convegno, tenuto nella Sala “Scopelliti” del Conservatorio Cilea nell’Ottobre del 2009, ha preso spunto da alcune nobili ricorrenze come quelle di Haydn, Mendelssohn e dello stesso Händel per ripensare, non solo in chiave analitica, alla tradizione culturale tedesca, così viva e importante in ogni ambito. Uno degli intenti del gruppo di lavoro è stato quello di non limitare le indagini ad un campo meramente tecnico, con il rischio di diventare autoreferenziali, ma di aprirsi anche all’esterno, come è testimoniato dal saggio introduttivo di Francesco Idotta, affermato scrittore e docente di filosofia. Questo primo contributo introduce nel migliore dei modi le tematiche del convegno, con tutti i suoi riferimenti al Romanticismo tedesco, categoria dello spirito più che letteraria, e fondamentale per comprendere gli sviluppi musicali che già alla fine del Settecento si potevano intravedere.
La figura del “Caro Sassone” Händel ha offerto lo spunto a Francesco Romano per indagare la concezione del ritmo e del metro nel xviii secolo. Il lettore troverà in questo saggio molteplici risposte ad argomenti troppo spesso relegati in codici di ovvietà, guardando con occhio nuovo la produzione haendeliana.
Dal “Caro Sassone” il passaggio a “Papà Haydn” è quasi obbligato. Nel saggio specifico sul compositore di Rohrau, vengono affrontati anche ambiti psico-musicali, e le musiche di Haydn offrono lo spunto per una riflessione generale sulla psicologia degli intervalli e dell’atto di ricezione sonora.
Mendelssohn, il terzo “festeggiato”, è trattato da Santi Calabrò con acume non solo analitico ma anche musicale in senso lato, trattandosi di uno studioso a tutto tondo, pianista raffinato, scrittore e giornalista. La Sonata op. 106 del genio di Amburgo è analizzata con particolare riferimento ai suoi rapporti con l’omonima Sonata di Beethoven, evento che per Mendelssohn non era casuale, ma si inseriva altresì in quella linea di confronto obbligato con Beethoven che avrebbe caratterizzato più di un compositore, da Schubert a Schumann, da Brahms a Mahler, per restare in ambito tedesco.
E proprio Brahms costituisce il prossimo anello di questa virtuosa catena teutonica; Mario G. Scappucci analizza le Variazioni su tema di Haydn con rigore e coerenza, mostrando – cosa non irrilevante in uno studio analitico – le esatte coordinate di un capolavoro, parlando cioè di musica in termini puramente musicali. È come se il metalinguaggio analitico trascolorasse, divenendo esso stesso parte integrante, seppure “in appendice”, dell’opera.
La logica conclusione di questo percorso viene da Domenico Giannetta, che compie un excursus assai ampio sul sinfonismo di matrice tedesca, partendo da Haydn fino ad arrivare a Brahms, toccando vari punti, dall’armonia al ritmo e al tactus.
Per una panoramica più completa delle attività di analisi musicale realizzate all’interno del Conservatorio “Cilea”, si è pensato di inserire alcuni dei contributi di altri incontri, svoltisi in precedenza e non ancora pubblicati. Fra questi, lo studio di Francesco Romano sull’analisi musicale in relazione alla “umana esperienza”, con la tematica tipica dell’autore sul concetto di tempo, la relazione di Mario G. Scappucci sul ruolo stesso dell’analisi musicale, quella di Domenico Giannetta sulla modalità, e infine uno studio sulla figura del tutto particolare di Gesualdo, la cui rilevanza armonico-compositiva travalica di molto la sua epoca.
L’intento che anima questo gruppo di lavoro è quello di confrontarsi per aprirsi ad una dimensione di formazione permanente, vero motore dell’insegnamento. Ma, se è possibile, i lavori del Convegno e la loro relativa pubblicazione vanno oltre il mero gesto didattico, per offrire una riflessione sulla musica condotta secondo le coordinate riscontrabili nella composizione. Chi scrive è infatti persuaso che non esista miglior studio della partitura che quello che parte dalle fondamenta della composizione. L’analisi ha valore non solo se riesce a far capire i meccanismi di base di un brano, ma soprattutto se permette di aprire delle finestre da cui lo stesso brano potrà essere illuminato da nuove e particolari luci, anche se l’unica, vera e insostituibile luce è quella naturale, e il sole è simbolicamente uno: lo stesso compositore.
Da ultimo, è necessario formulare un ringraziamento a tutti coloro che hanno reso possibile questa pubblicazione e, in precedenza, si sono adoperati per la buona riuscita del Convegno: il Direttore del Conservatorio “Cilea” Antonino Sorgonà, il Presidente Franco Palumbo, il Direttore amministrativo dott.ssa Anna Maria Plutino; e poi, i colleghi e amici del gruppo di lavoro, Francesco Romano e Mario Guido Scappucci; tutti i relatori che hanno contribuito a rendere il Convegno una preziosa occasione di incontro e confronto in cui hanno prevalso sempre il principio olistico e la condivisione delle conoscenze: basi, queste, di un paradigma culturale la cui portata può estendersi sempre di più.
Andrea F. Calabrese
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